Ai Parroci e ai Referenti delle Caritas parrocchiali
Arcidiocesi Amalfi – Cava de’ Tirreni
OGGETTO: indicazioni per il futuro dei nostri servizi di carità
Carissimi,
vi scrivo nel giorno in cui la Chiesa ricorda S. Paolo VI fondatore della Caritas, a lui intendo affidare il tempo della ripartenza che stiamo intraprendendo e che ci vedrà impegnati per i prossimi giorni. In stile di fraterna condivisione, desidero offrivi qualche prima indicazione – parziale e non ancora definitiva – per organizzare il percorso futuro del servizio di carità nelle nostre comunità. Ma, prima di tutto, consentitemi di dirvi nuovamente “grazie” per la qualità di testimonianza che, in tanti, avete generato in questi mesi assurdi, tremendi e critici per tutti.
Purtroppo il Covid-19 e le misure restrittive per il suo contenimento, come più volte ho avuto modo di dire, ha ferito l’uomo nella sua totalità; nell’ambito sociale, sanitario, economico e spirituale. Nonostante le fatiche e le fragilità che ci portiamo dietro, sono emerse esperienze, iniziative e motivazioni che, a mio avviso, dovranno diventare patrimonio per la nostra Caritas, aiutandoci a crescere nello slancio del cuore e della mente nei mesi – presumibilmente duri ed impegnativi – che stiamo per vivere.
Il nostro Arcivescovo con il suo Decreto del 15 maggio 2020 ha indicato, dopo il lock-down, il 18 maggio 2020 come data di ripresa. Da questo giorno si sta allentando il regime di chiusura e le nostre comunità stanno riprendendo le diverse attività, anche se con modalità differenti e secondo una propria giusta sensibilità. Detto ciò è necessario pensare, insieme, anche per la ripresa delle nostre Caritas parrocchiali. Vista la particolare fragilità del nostro ambito pastorale ho ritenuto utile indicare il 3 giugno 2020 come possibile data per far ripartire tutti i nostri servizi e, per questo, provo a suggerire anche tre atteggiamenti importanti che ci possono accompagnare in questa ripresa: prudenza, gradualità e qualità.
- Prima di tutto si richiama alla necessaria prudenza – come nei giorni scorsi ha suggerito anche il Santo Padre. Avendo a che fare con persone, spesso già molto fragili, è nostro preciso dovere mettere in atto tutti gli accorgimenti possibili sia per evitare di essere occasione di pericolosità sia di nocumento per la persona ospite. E’ fondamentale per noi essere prudenti ma non dobbiamo assolutamente genere senso di timore, smarrimento, distanza esagerata, impreparazione. Al momento, vista la novità che il virus stesso rappresenta, non abbiamo ancora tutte le indicazioni tecniche necessarie, queste verranno a poco a poco, per il momento osserveremo scrupolosamente quelle che Governo e Conferenza Episcopale Italiana hanno approntato.
- Dopo la prudenza c’è la gradualità tipica di ogni iniziativa configurata come percorso e a cui, la nostra formazione, spesso ci richiama: non tutto subito, non tutto come prima. Ma certamente senza rimanere fermi. La logica dei piccoli passi fatti con pazienza è quella vincente, anche quando si tratta di ridefinire il nostro modo di stare a servizio dei fratelli.
- Infine è determinante la qualità su cui puntare da subito, sempre e su tutto specie se dobbiamo utilizzare forme diverse dalle solite o incontrare persone differenti. Raccomando sempre di non caricarsi l’assistito sulle spalle ma di aiutarlo a rialzarsi facendolo, da subito, camminare con i suoi piedi e le sue forze.
Propongo che tutti i servizi di carità delle nostre comunità continuino a venire offerti nella modalità con cui lo sono stati negli ultimi mesi per lo meno fino all’inizio del nuovo anno pastorale, a meno di indicazioni differenti da parte della autorità pubblica o ecclesiastica. In pratica questo significa che:
- Il servizio di Centro di Ascolto venga svolto prevalentemente attraverso la forma dell’ascolto a distanza – ad esempio via telefono – solo per situazioni particolari e rigorosamente su appuntamento venga data la possibilità di colloqui di persona, mantenendo le indicazioni di protezione che abbiamo imparato a conoscere (mascherina sia per ascoltatore che per ospite, distanza di almeno due metri tra i due, no utilizzo di sala di attesa, sanificazione mani, sanificazione/igienizzazione immediata dei locali dopo ogni ascolto). Vi chiederei, però, di non abbandonare la pratica della raccolta dati e del rispetto delle norme sulla privacy per evitare di perdere parti importanti della progettazione con le persone. Non appena tutto l’andamento di questo virus sarà più chiaro dovremo anche provvedere alle modifiche della struttura del centro di ascolto, a partire dal dotarci di visiere e di schermature di protezione che impediscano la trasmissione delle gocce di saliva. Se avete bisogno di queste schermature la Caritas diocesana vi può mettere in contatto con una tipografia cavese che le fa a un prezzo di grande favore.
- Il servizio di distribuzione generi alimentari/altro venga svolto previo appuntamento, limitando il più possibile la “coda” in attesa, evitando ogni contatto diretto con il lasciare la borsa già preparata su un appoggio, meglio se fuori dalla stanza che utilizzate come magazzino/smaltimento e con tutte le attenzioni di sicurezza, sempre tutti muniti dei dispositivi di protezione personale (guanti e mascherine). L’esperienza di questi mesi ci dice dell’importanza di questo servizio e della opportunità che tutte le comunità – che ordinariamente lo rendevano, ma al momento in regime di sospensione o che non lo facevano più – tornino a farlo sino all’apertura dell’Emporio solidale. Il rischio è che gli ospiti ordinari di un servizio chiuso si riversino su altre parrocchie rendendo davvero difficile la gestione della distribuzione. Suggerisco di fare una piccola programmazione della distribuzione a livello di ogni Forania, specie per la zona di Cava-Vietri. Lavorare in rete tra le varie realtà può facilitare gli interventi, evitare gli sprechi e offrire un reale servizio. La Caritas diocesana – nel limite del possibile e valutando di volta in volta – è pronta a incrementare i trasferimenti di merce nelle realtà prive di tutto.
- Nei prossimi giorni potreste venire contattati dal nostro Osservatorio delle Povertà e delle Risorse perché stiamo cercando di capire quale sia stato l’incremento del servizio distribuzione alimentare e la quantità delle persone che lo hanno ricevuto.
- Suggerisco anche di curare bene lo stoccaggio di nuovo materiale munendovi di tutti i dispositivi di protezione necessari. Attenzione a cosa si riceve, dove, con quale metodo lo si colloca e in che quantitativi viene erogato. Cerchiamo di mantenerci informati anche sulle altre realtà, associazioni, gruppi o singoli che sul territorio organizzano raccolte e distribuiscono viveri. Favoriamo il più possibile la collaborazione. Spesso i prodotti dati senza un criterio e una logica vengono buttati nei cassonetti generando la rabbia e la delusione delle persone che donano.
- Attenzione a saper rilevare o gestire possibili sintomi di infezioni. Questo è fondamentale per scongiurare danni come capitato in alcune regioni del Nord Italia. A tal proposito vi allego la normativa per la gestione di questi eventi. Ci sono questioni di adeguamento strutturale, di organizzazione degli orari e delle modalità di accesso, di revisione della cura delle relazioni con gli ospiti che fanno di questo il servizio maggiormente necessitante di adeguamento. Per questo chiederò a tutti voi di ritrovarci tutti via web per capire che necessità ci sono nelle varie zone e come poter offrire una risposta comune con suggerimenti, idee e proposte.
- Fondamentale mantenere lo spirito e lo stile di questa modalità di servizio: alla casa reale va sostituita una casa virtuale che, però, lo sia solo per i muri non per l’intensità della relazione. Stessa indicazione per altri tipi di servizio non residenziale come laboratori, corsi, feste di aggregazione, propongo di non organizzare cose che non si riescano a gestire in totale sicurezza per i volontari e ospiti.
- Consiglio di non accogliere nuovi ospiti per rispetto alla salute dei volontari e degli attuali che già si seguono. Cercate di orientare ogni persona alla propria parrocchia oppure se, per un senso di riservatezza o sensibilità della persona, di indirizzarla alla Caritas diocesana. Evitiamo il rischio di trasformare le persone in “pacchi” inviandoli da una parte o dall’altra. Le nostre conoscenze siano chiare e i consigli certi e informati. In caso di incertezza, prima di dare indicazioni superflue o imprecise, contattare gli istituti preposti e informarsi bene su norme, modalità, azioni e quant’altro.
- Procedere periodicamente alla sanificazione/igienizzazione degli ambienti, tenendone traccia scritta come memoria da esibire se c’è ne facesse richiesta. Massima cura, però, delle misure di distanziamento, alla esecuzione in solitaria, alla non interazione diretta con altri soggetti trattati dalla cura della parrocchia (esempio chi viene a prendere i viveri) o di chi non si conosca.
- Consiglio di sospendere il ritiro e la cessione di abiti, giocattoli, mobili o oggetti usati in special modo ciò che riguarda i bambini e gli anziani.
- Per un fine primario cambiano i mezzi e un po’ gli atteggiamenti, ma non deve cambiare la qualità della relazione che è la cosa maggiormente importante nel nostro servizio. Se non possiamo intrattenerci con gli ospiti durante la distribuzione troviamo la capacità di farlo tramite telefono o social media in modo che i nostri non si trasformino in servizi di erogazione ma restino occasioni di relazione. So che non è cosa semplice ma si tratta di una tra le sfide più importanti che questa situazione difficile ci rilancia. Proprio a tal fine la nostra Caritas Diocesana cercherà di offrire qualche occasione formativa – certamente non di persona ma tramite i vari strumenti informatici – per aiutarci a ridefinire questi aspetti. Ve ne darò notizia non appena anche tutta l’Equipe diocesana sarà ricomposta.
- Quanto scritto sono semplici indicazioni, non direttive. La responsabilità delle scelte sta sempre in capo alla parrocchia o all’associazione. Ma se riuscissimo a costruire percorsi comuni penso che potremmo faremo un servizio migliore alla nostra gente e far crescere ancora di più tutta la nostra famiglia. Passata la fase dell’assedio possiamo applicarci un po’ di più alla cura delle nuove forme di relazione con le persone.
Negli ultimi giorni in molti, penso, abbiate registrato l’aumento di richieste che vanno al di là del cibo e riguardano pagamenti di affitti per contratti privati, di utenze, di alcuni tipi di rate di mutuo non sospese. E con l’andare avanti delle settimane le richieste sono, purtroppo, destinate ad aumentare, accresciute anche da nuove categorie di ospiti colpiti duramente dalla crisi: badanti, collaboratrici domestiche, assistenti alla persona, piccolissimi esercenti, lavoratori irregolari, … L’Arcidiocesi mediante l’Economato diocesano ha inviato vari contributi per venire incontro ad alcune fasce di bisogno.
Si tratta di un fondo di solidarietà per sostenere qualche piccola spesa della parrocchia e per contrastare la carenza di liquidità di famiglie, singoli o chi si trovi in una situazione difficile da gestire. Se non fosse stato già fatto, consiglio una riunione con il parroco, il CPP e il gruppo Caritas per decidere insieme come organizzare questo aiuto. Dove le Parrocchie sono piccole e povere di mezzi e/o persone consiglio, con le altre parrocchie confinanti, per creare la rete di Caritas interparrocchiale.
La quota destinata alla Caritas diocesana equivale a 150.000,00 €. di cui cento destinati al completamento della Cittadella della Carità e cinquanta per creare un fondo di microcredito da destinare a situazioni gravi e, a volte, più grandi di noi tipo l’usura. La nostra intenzione è di gestire piccoli micro prestiti sociali facendo leva su una garanzia data da una banca e cercare di essere vicino a chi realmente non ha nessuno e niente. Nei prossimi mesi vi darò indicazioni anche su questa modalità che, per ora, rimane in formazione. Certamente il nostro Arcivescovo valuterà la possibilità di aiuti straordinari alle parrocchie per vari capitoli di spesa, carità compresa, attingendo ai fondi messi a disposizione dalla CEI. Ma è essenziale anche che ogni comunità inizi adesso ad attivarsi per fare sensibilizzazione e ricerca fondi, mettendo acqua nella cisterna fin da subito e provando a definire le priorità degli interventi futuri.
Penso che non si possa arrivare ad avere una linea operativa radicalmente unica su tutto il territorio della Diocesi, ma che sia necessario valutare le cose territorio per territorio. In questo mi pare necessario – e ve lo chiedo – il confronto a livello di Foranie. La nostra Caritas resta a disposizione per aiutarvi nel discernimento: fateci sapere. In linea generale mi sento di poter consigliare, nell’immediato, di dare corso agli interventi che sostengono le categorie più fragili, i più poveri, i meno tutelati dagli interventi pubblici o privati. Se nelle settimane scorse abbiamo agito con maggiore immediatezza e senza porci troppi vincoli, da adesso in poi ci occorre maggiore discernimento. Lo esige il rispetto della dignità delle persone prima che la questione economica. E di discernimento dovremo farne parecchio anche insieme per trovare forme nuove per il futuro, obiettivi ricentrati, rinnovamenti necessari. Per questo mi farò risentire più volte e a breve.
Un ultimo suggerimento tecnico: dotiamoci di qualche strumento per rimanere in contatto tra noi a livello di Parrocchia, Forania o di Diocesi. Il gruppo Whatsapp e le mail rimarranno il canale ufficiale e diretto per farvi giungere le comunicazioni. Il numero 351 7163174 è costantemente a disposizione anche per invii whatsapp mentre lo 089 2965008 tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 e il martedì e giovedì dalle 15.00 alle 19.00. Per partecipare alle videoconferenze c’è ne sono vari gratuiti, immediati nello scaricarsi e di facile utilizzo (tipo Skype, Zoom, Google Meet, …). Consultatevi con il vostro parroco e scegliamone uno, io suggerisco zoom, jitsi meet oppure google meet già a disposizione di molti. Anche se liberati, penso che per un po’ non potremo permetterci riunioni dal vivo.
Affidiamoci con Maria SS.ma, S. Paolo VI e i Santi patroni alla Provvidenza del Signore che, certo, non lascerà incompiuta la sua opera: «Mancheranno le famiglie, mancheranno gli uomini, ma la Divina Provvidenza non mancherà mai». Un caro saluto e un fraterno arrivederci anche a nome di tutta la equipe della nostra Caritas Diocesana.
don Francesco, direttore.